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Elemento artificiale, metallo di transizione
Il bohrio è un elemento chimico artificiale con simbolo Bh e numero atomico 107. Appartiene al gruppo 7 della tavola periodica e fa parte della serie dei metalli di transizione superpesanti. Fu scoperto nel 1981 da un team tedesco al GSI Helmholtz Centre for Heavy Ion Research di Darmstadt, in Germania, utilizzando collisioni tra nuclei leggeri per creare nuovi atomi.
Il bohrio deve il suo nome a Niels Bohr, uno dei pionieri della fisica quantistica, per onorare il suo contributo alla comprensione della struttura atomica. Gli isotopi del bohrio hanno tempi di dimezzamento molto brevi, che variano da pochi millisecondi a pochi secondi, rendendo difficile lo studio diretto delle sue proprietà chimiche e fisiche.
A causa della sua estrema instabilità e della difficoltà di produzione, il bohrio non ha applicazioni pratiche al di fuori dei laboratori di ricerca. Gli scienziati lo studiano per approfondire la conoscenza dei metalli di transizione superpesanti e per validare modelli teorici della struttura atomica.
I risultati delle ricerche sul bohrio contribuiscono allo sviluppo della chimica degli elementi transattinidi, una branca della scienza che studia gli elementi oltre l'attinio nella tavola periodica.
Il bohrio è uno degli elementi più pesanti mai sintetizzati dall'uomo. Il primo isotopo identificato è stato il 262Bh, che ha un'emivita di circa 0,1 secondi.
La scelta del nome "Bohrio" è stata controversa: in passato, era stato proposto anche il nome "nielsbohrium" per rendere omaggio in modo più diretto al fisico danese, ma fu poi abbreviato per semplicità.
Le tecniche usate per sintetizzare il bohrio, come il bombardamento di nuclei pesanti, sono tra le più avanzate nella chimica nucleare e richiedono acceleratori di particelle altamente specializzati.
La ricerca sul bohrio mira a esplorare le sue proprietà chimiche in modo più dettagliato, confrontandole con quelle dei suoi omologhi più leggeri, come renio e manganese. Si spera di ottenere dati sperimentali più completi che confermino le previsioni teoriche sulla reattività e la configurazione elettronica degli elementi superpesanti.
Un altro obiettivo importante è la sintesi di isotopi più stabili del bohrio, che potrebbero facilitare esperimenti più prolungati e dettagliati. Questo potrebbe aprire nuove possibilità nello studio della "isola di stabilità", un'area teorica in cui alcuni elementi superpesanti potrebbero avere isotopi con vite significativamente più lunghe.